Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Giunti al terzo film l'elemento criptoarcheologico trapassa nel puro fantasy, perché se dell'arca dell'Allenza nell'Antico Testamento veniva fatta menzione (ed era dunque possibile per alcuni fantasticare con folli teorie) e le pietre di Shankara rappresentavano una banalizzazione hollywoodiana di una dottrina realmente esistita, il Graal è notoriamente un'invenzione medievale messa su per dare una giustificazione cristiana al mito celtico della coppa della vita eterna (e infatti funziona tantissimo nel ciclo arturiano come allegoria), di conseguenza è del tutto implausibile che un professore di archeologia nel ventesimo secolo prenda sul serio la sua ricerca. Per il resto pregi e difetti sono quelli dei film precedenti: una prima ora divertente ed una seconda con cazzoti ed esplosioni che lo è decisamente meno, personaggi da fumetto di supereroi anni '60, colonna sonora di Williams sempre perfetta e belle ambientazioni. Qualche riserva sull'inserimento di Sean Connery: lui è sempre un valore aggiunto, ma il personaggio è troppo caricaturale e in alcuni momenti rischia di annullare la tensione.
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