Regia di Tom Tykwer vedi scheda film
Il romanzo di culto da cui è tratto il film di Tom Tykwer con Ben Whishaw e Dustin Hoffman nel primo tempo e Alan Rickman nel secondo,io non l’ho letto. Premessa importante perché non posso fare paragoni e confronti. Basandomi solo sulla pellicola e il suo impatto con odori e immagini, le uniche con cui si può interpretare un profumo all’istante grazie ai colori, non si può restare delusi. Almeno per le bocche buone. Chi cercava un’opera “altra”, grazie appunto allo spunto difficile, una vera sfida estetica e poetica, può rimanere in parte deluso. Dico in parte perché un gioiello come Ben Whishaw vale l’intera pellicola. L’attore, oltre al fisico giusto, si muove all’interno del mondo in cui vive come un mito moderno. Mito attoriale, per la sua prosciugata performance, e mito iconografico per l’immginario che si crea addosso. Un serial killer precursore di Jack Lo Squartatore che alla fine risulta martire e demone agli occhi di tutti, spettatore compreso. Un finale, che è credo l’orgia cinematografica più grossa mai vista, metaforico, quasi metafisico. Un’allucinazione che finalmente scopriamo essere quella che ha portato il protagonista a uccidere per cercare l’essenza di un’amore mai avuto, e poi racchiuderla.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta