Regia di Jonathan Dayton, Valerie Faris vedi scheda film
Un film brutto, ma brutto brutto. Simulando un certo tono 'alternativo', l'opera si sviluppa e soprattutto conclude nel più americano (e prevedibile, purtroppo) dei modi, lasciando lo spettatore allibito per il cumulo montante di banalità e stupidaggini di cui si infarcisce la storia. Impostato come un 'road movie' di stampo pseudo-demenziale, il film si arricchisce via via di citazioni e riflessioni da latte alle ginocchia - spacciate per geniali - con l'apice in una scena in cui viene ridicolizzato nientemeno che Proust. Vabè.
Una bambina grassa e orribile vuole partecipare ad un concorso di bellezza. La sua famiglia, in quanto composta da ritardati mentali, potenziali suicidi, erotomani e via dicendo, non ha nulla da eccepire e la accompagna. Nel viaggio succederà tutto ciò che ci si aspetta che succeda e ovviamente la bambina deforme rovinerà il concorso con la sua partecipazione. Ma la famigliola se ne tornerà allegra a casa senza aver imparato nulla.
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