Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Sfuggito per un pelo alla mafia cinese, Indiana Jones si ritrova catapultato in un'avventura nel cuore dell'India. L'interesse (della pellicola prima ancora che dello spettatore) nei confronti della reliquia da trovare diminusisce in proporzione all'aumentare dell'improbabilità della vicenda, e forse proprio in virtù di questo, parlando di puro intrattenimento, risulta invecchiato leggermente meno del precedente: soprattutto la prima ora, proiettata in un immaginario ancor più vicino al cinema d'avventura classico, riesce ad avvincere e ad incuriosire grazie anche ad una maggiore componente orrorifica ad insaporire il tutto, mentre la seconda parte è meno dinamica. A risultare però davvero indigesta è la caratterizzazione degli inglesi come eroi che arrivano a salvare i nostri dalla perfidia degli indigeni con le loro dottrine barbare, compensata in minima parte da una velata critica allo sfruttamento del lavoro minorile. Diciamo che vista la finalità puramente ludica dell'operazione si può far finta di nulla, cosa che risulta ben più difficile con altri lavori dello stesso regista.
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