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La sottile linea rossa

Regia di Andrew Morton vedi scheda film

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La recensione su La sottile linea rossa

di maso
7 stelle

Il primo adattamento per il cinema della novella omonima di James Jones è un film indipendente che non va troppo in profondità sui caratteri ma concede più spazio alle scene d'azione comunque ben costruite e filmate malgrado il budget contenuto.

Il racconto si sviluppa sullo sbarco delle truppe americane nell'isola di Guadalancal, in Oceania, dove devono affrontare l'esrcito giapponese, nel plotone statunitense emergono le figure del riluttante soldato Doll e del cinico sergente Welsh rispettivamente Keir Dullea e Jack Warden.

La storia è narrata dal punto di vista di Doll costretto a vincere le proprie paure fin da subito in un corpo a corpo con un soldato giapponese e Keir Dullea può sfoderare le sue proverbiali espressioni inquiete per poi scontrarsi a più riprese con il sergente Welsh che non denota alcun timore reverenziale ma cerca invece di depurarlo da impedimenti morali nel compiere il suo dovere di soldato.

L'aspetto antimilitarista del film viene anche sviluppato nel rapporto fra il colonnello Tall e il capitano Stone che ha delle remore nel mandare i propri uomini allo sbaraglio mentre il colonnello Tall lo spinge ad infischiarsene delle perdite e centrare l'obiettivo ossia conquistare il formicaio, un avanposto nemico sulle montagne fra i cui cunicoli si celano i soldati nemici, per far ciò il plotone americano dovrà prima attraversare una insidiosa palude e poi resistere ad un attacco a sorpresa dei giapponesi.

Il film come detto funziona soprattutto nelle scene d'azione e non più di tanto in quelle dialogate in cui la paura e il disgusto interiore hanno il sopravvento sui personaggi, basta pensare in tal senso all'incubo di Doll che a letto con sua moglie sente il telefono squillare con all'altro capo una voce inquietante che gli ripete ossessivamente che il suo numero di matricola è stato estratto per andare all'altro mondo, risulta abbastanza posticcia e mal costruita, al contrario la descrizione della morte sul campo di battaglia è sempre efficace e contenuta nei limiti della credibilità come quando Welsh assiste un soldato dilaniato da una bomba che urla disperato, la regia in questo caso funziona molto bene, sia quando deve riprendere una massa di soldati all'assalto sia quando si sofferma sull'azione del singolo e con un montaggio non particolarmente frammentato non stanca mai l'occhio dello spettatore: ciò che avviene durante la battaglia viene sempre percepito con chiarezza ed è sicuramente il pregio migliore del film che nel suo coriaceo bianco e nero vale sicuramente una visione per gli appassionati del genere del libro e non.

Improponibile un raffronto con il film di Malick vista la differenza di budget, l'anno di realizzazione e l'approccio alla storia che nella nuova edizione va molto in profondità nella descrizione dei personaggi e il loro conflitto interiore.

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