Regia di Marion Vernoux vedi scheda film
Una, di mestiere fotografa, è rimasta incinta a una festa di matrimonio. Incinta dello sposo, però, che oltretutto non sa niente. Un’altra invece decide di mollare il suo uomo, e pensa bene di comunicarglielo mentre lui fa il suo turno di lavoro, come pilota di autobus. Un’altra ancora, maestra di sostegno, pensa tutto il giorno all’amante che non risponde alle sue chiamate, mentre il marito è via. Un’altra infine, anchor-woman di successo, viene attesa dal suo pigmalione d’un tempo, ormai quasi barbone. Sono queste le “regine per un giorno” del titolo: si incrociano e sfiorano in una ronde che più parigina non si può, a poco a poco le scopriamo vicine amiche o parenti, e i loro incontri cambieranno spesso i reciproci destini. Il film è costruito tutto sui numeri delle attrici, molto spesso dei veri e propri monologhi. La regia di Marion Vernoux si concede qualche vezzo ironico, incorniciando Parigi come in una cartolina o visualizzando le fantasie dei protagonisti con differenti stili di regia. Ma nonostante i colori vivaci e una certa leggerezza di scrittura, il film rimane verboso e vecchiotto. Cinema di papà, avrebbero detto i critici di un tempo. In questo caso, cinema di mammà.
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