Regia di Manuel Gutiérrez Aragón vedi scheda film
Molto carino e scorrevole, un po' di anni passava spesso in seconda serata su Odeon TV e per me era un piacere vederlo ogni volta.
Nella Spagna franchista, una famiglia raggiunge la prosperità economica grazie al mercato nero. Il figlio più giovane lascia la casa per andare a Madrid a lavorare come cameriere per il dittatore Franco, abbandonando la cugina che aspetta un bambino da lui. Il film racconta l'infanzia di questo bambino, che cresce un po' "viziatello" tra le attenzioni della madre naturale (Angela Molina), della nonna (Encarna Paso) e della zia (Ana Belen).
Adeguata
nulla
Molto scorrevole e accattivante. Penso che il regista non avesse grandi ambizioni di raccontare la storia dal suo punto di vista o di proporre sue teorie riguardo al regime franchista, ma di raccontare semplicemente una serie di avvenimenti vissuti in una sorta di dimensione "fatata", come lo è l'infanzia del nostro protagonista, costretto spesso a letto da una malattia misteriosa e alloggiato, perché si distragga, nella bottega di generi alimentari della nonna, popolata da ogni sorta di individui e in cui basta allungare una mano per rifornirsi di ogni ben di Dio.
Bravissima anche lei nel ruolo un po' della "Cenerentola", bistrattata da Encarna Paso che non la accetta all'interno della famiglia e fa di tutto per rubarle l'affetto del bambino. Una figura di madre forte, che non si piega e non si spezza davanti alle numerose difficoltà che si trova di fronte.
Bellissima e radiosa, in una delle scene più originali del film si emoziona per "Anna" di Lattuada, proiettato nel cinema del paese; dopo aver visto una scena di questo film, con Silvana Mangano, il piccolo protagonista dichiarerà "Questo è il mio primo peccato mortale".
Il "mostro sacro" del trio di interpreti femminili, eccellente nel ruolo della burbera nonna
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