Regia di David W. Griffith, Billy Bitzer vedi scheda film
Il contesto elementare e quotidiano del primo film a cui partecipò come coregista David Wark Griffith è quello di una campagna assolata e piacevole, a dirla tutta adatta più che altro alle famiglie borghesi come quella rappresentata, che tranquillamente porta a passeggio la figlia piccola. Ma in quel contesto, scrutato con attenzione, ci sono anche figure disdicevoli come quelle della coppia di zingari, che tentano di rapire la bambina. Neanche entra nel mondo del Cinema e già Griffith consegna più di un dubbio dal punto di vista ideologico, dividendo manicheisticamente i buoni e i cattivi fra i borghesi tranquilli e gli zingari chiassosi; eppure quello che stupisce è l'utilizzo del piano-sequenza, inquadrature fisse e immobili che come a teatro dispongono un palcoscenico su cui i personaggi possano muoversi. In questo senso la sensibilità degli scorci è quasi pittorica, perché evitando (come avveniva quasi sempre) i primi piani e cogliendo le figure quasi sempre integre Griffith e Billy Bitzer gestiscono un gioco di scambi che varia fra parte più vicina e parte più lontana del "palcoscenico", come nella seconda inquadratura in cui due contadini si allontanano sul sentiero e dalla loro altezza sbucano madre e figlioletta che si avvicinano a noi e si seggono sul fiume. "Mobilitando" cinematograficamente la prospettiva (e la pittura, in un dialogo fra arti sempre desto), giocando con la mimica dei corpi e gestendo il ritmo delle immagini non come un crescendo emotivo (non c'è ancora l'attenzione per il montaggio che avremo in seguito) bensì come la realistica illustrazione di una realtà, colta in un attimo "avventuroso", Griffith e Blitzer ripescano a piene mani dall'esperienza dei Lumière e introducono nella normalità una nota di discontinuità, quella appunto di un evento negativo, che è raccontato, infine, nelle sue conseguenze volontarie e casuali ad effetto domino, con vette di drammaticità nelle sequenze in cui la botte in cui la bambina si è venuta a trovare rotola già per le rapide di un torrente. Mettendo da parte le ideologie (il film non aspira certo alla profondità caratteriale, quanto a eseguire fino in fondo un esperimento artistico), il primo film di Griffith vanta non solo un'importanza fondamentale da un punto di vista storico, ma una decodifica della grammatica filmica che oggi si rivela fondamentale tanto quanto ingenuamente archetipica.
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