Regia di David W. Griffith, Billy Bitzer vedi scheda film
Questo cortometraggio è l'esaltazione dell'immagine in movimento: l'inquadratura fissa è un profondo campo visivo che uomini, animali e cose attraversano in lungo e in largo, entrandovi ed uscendone come attori sul palco. La storia è rappresentata dalla teatralità gestuale e dinamica delle scene d'insieme: l'espressività iconica dei primi piani non fa parte di questo linguaggio cinematografico arcaico, che ama i luoghi e gli sfondi come parti integranti del racconto. Gli ambienti, nel loro alternarsi, danno vivacità e realismo al senso dell'avventura, sfruttando - l'allora innovativa - capacità della cinepresa di riprodurre le situazioni con precisione fotografica, spostandosi, però, nello spazio e nel tempo. Rispetto al contenuto, "Le avventure di Dollie" è una modesta favoletta borghese, che oggi verrebbe sicuramente condannata come politicamente scorretta per la maniera in cui vi sono ritratti i gitani. La forma, tuttavia, è più che apprezzabile per il rigore tecnico, rappresentativo di un certo modo di vivere l'emozione della macchina da presa.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta