Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Quattro stagioni (dall’estate 1903 alla primavera 1904, tutte segnalate da didascalie) di una famiglia borghese alla vigilia dell’Esposizione Universale di St. Louis: una vita che scorre tranquilla, scandita da eventi ciclici (la notte di Halloween, il ballo di Natale), tra figlie che crescono e amori che sbocciano. Un piccolo mondo che sembra destinato a finire quando il capofamiglia viene trasferito a New York nella prospettiva di un avanzamento di carriera; ma alla fine, quando già i mobili sono imballati, lui stesso decide di restare, rendendosi conto che la felicità dei congiunti è più importante del denaro e di una buona posizione sociale. Musical sobrio, con pochi numeri e quasi tutti ambientati in interni casalinghi: di conseguenza anche le coreografie sono poco elaborate, ben diverse da quelle lussureggianti dei classici degli anni ’30. Un bonario, aproblematico elogio della vita di provincia condotto con toni pastello (la prima parte è veramente melensa, con giovanotti inverosimilmente bietoloni e fanciulle inspiegabilmente attratte da loro), che però non impedirà a Minnelli di dirigere l’anno dopo L’ora di New York, trovando anche nella metropoli nicchie di umanità.
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