Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Erano anni che non rivedevo questo film, e devo dire che l'emozione si rinnova ogni volta.
Incontri ravvicinati del terzo tipo, è una favola che ha in sè il sapore dell'ottimismo, è lo sguardo di un bambino sul mondo e sui mondi fuori di noi, ignoti e lontani.
E' la speranza che oltre il limitato orizzonte umano che pure appare sterminato e affascinante come certe scene del film, inquietanti e insieme meravigliose, ci sia un mondo migliore fatto d'innocenza, quella tipica dei bambini che non hanno paura delle cose che non conoscono.
I bambini vanno incontro all'altro e lo accolgono, come il piccolo protagonista rapito, o forse invitato ad aprirsi all' ignoto.
Gli adulti hanno meccanismi più complessi, meno diretti, e anche nel film hanno bisogno di messaggi inconsci, ossessioni visive, ricordi, il profilo curioso di una montagna disegnata all'infinito
E la musica che per definizione unisce tutti i popoli, qui diventa linguaggio per comunicare, attraverso il suono, le luci e i colori.
Gli alieni sono esseri pacifici, ombre impalpabili avvolti di luce, ominidi dall'aspetto innocuo che non sono tanto diversi dai bambini.
Era un'altra epoca e questo film è una sorta di riflesso di quegli anni; la Guerra dei mondi, con i suoi alieni cattivi e conquistatori, portatori di morte e distruzione era ancora lontana, come lontana e remota pareva questa crisi attuale arrivata a cancellare le speranze.
Film commovente, che visto oggi, diventa quasi malinconico, ma Spielberg a suo modo, e nonostante alcune furbizie tutto sommato ingenue e oneste, resta geniale.
Bellissimo film di fantascienza intimista che resta nel cuore.
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