Regia di Luigi Comencini vedi scheda film
Drammone strappalacrime che Comencini riesce a dirigere con mano ferma, risultando struggente quanto basta ed evitando di scadere nel patetico. Non a caso lo soprannominarono il 'regista dei bambini': qui al centro di tutto il discorso c'è l'infanzia e la sua propria necessità impellente di scatenarsi negli affetti e nella fisicità, negati a più riprese al protagonista del film.
Il console inglese a Firenze rimane vedovo; il più grande dei due figli, di 8 anni, viene responsabilizzato oltremodo e finisce per aumentare la propria irrequietudine. La disparità di trattamento col fratello minore di 4 anni, coccolato in ogni modo, peggiora persino la situazione.
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