Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Una ragazza, felicemente sposata, viene ricattata da un uomo a conoscenza del suo equivoco passato. Lei reagisce, in un attimo di follia, uccidendo il ricattatore e finisce in galera, per di più incinta.
Quintessenza del melodramma, la trama di questa pellicola rappresenta un ideale manuale di scrittura per un copione del genere: una situazione pacifica di partenza a cui si susseguono in rapida sequenza numerosi eventi sempre più sfortunati, fino a planare nei territori della tragedia più assoluta. Non c'è spazio per la speranza, ma neppure per la reale disperazione: lo schema è fin troppo rigido e i personaggi stilizzati alla massima potenza, nella sceneggiatura che il regista firma insieme a Mario Pannunzio (in una delle rare escursioni nel cinema da parte del giornalista), Gino Visentini, Giulio Morelli e Gaspare Cataldo. Il film è anche noto per essere l'ultima collaborazione artistica fra Mario Camerini e Assia Noris, uniti anche nella vita da un matrimonio che stava però per disgregarsi; va inoltre segnalata la presenza nel cast, non accreditata sui titoli, del giovanissimo Marcello Mastroianni. Altri elementi in scena: Carlo Campanini, Piero Lulli, Emilio Cigoli, Guido Notari, Emma Baron e Antonio Battistella. Una storia d'amore, fiacco fin dal titolo, è un prodotto indicativo dello stato del cinema nostrano nel 1942: poca voglia di uscire dai canoni prestabiliti - peraltro piuttosto stretti da una severa censura di regime - e mezzi limitati, con una necessità evidente di fornire al pubblico intrattenimento moraleggiante. In ogni caso, pur non essendo questo un brutto film, Camerini verrà ricordato principalmente per le sue opere più leggere. Curiosità: la base di partenza del lavoro, non citata sui titoli, è il romanzo L'angelo della vita di Mary McDougal Axelson: forse non era il caso di dichiarare un autore anglofono? 3,5/10.
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