Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Un operaio e una ragazza misteriosa si incontrano, si piacciono, si sposano: andrebbe tutto bene, se lei non avesse una macchia (un anno passato in carcere per furto, sebbene innocente) che non rivela al marito ma che qualcun altro conosce. Il film ha una freschezza insolita per l’epoca, e per certi versi prelude al cinema del dopoguerra: la commedia neorealista nella prima parte, il melodramma alla Matarazzo (dove la donna onesta ma perseguitata da un passato torbido sarà un elemento fisso) nella seconda. Inoltre colpisce che venga mostrata una libertà di costumi ben superiore a quanto consentiva la morale piccolo borghese (i due decidono di convivere prima del matrimonio): probabilmente c’entra il fatto che il soggetto sia di origine americana. Ad Assia Noris, in verità, riusciva meglio il suo classico personaggio di brava ragazza; è però interessante il modo in cui il film la problematizza, togliendole ingenuità e svenevolezze ma senza farla diventare una donna perduta.
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