Regia di Mario Camerini vedi scheda film
La prima parte l'ho trovata buona, la seconda un po' troppo lacrimevole e un tantino fiacca (ma non comunque brutta). Secondo me ciò è dovuto alla presenza di troppe mani in sede di sceneggiatura, dove magari si sono proprio "spartiti la torta", facendo così sentire il cambio di timbro.
Il tema del film (la redenzione dal crimine e il ritorno prepotente del passato) è stato molto sfruttato al cinema, ma dopo tutto è una miniera mai esaurita ed è difficile ripetersi più di tanto. Dopo tutto così funziona anche nella vita reale: è difficile dare un taglio netto al male senza che questo almeno tenti di riprendersi quello che ha perso. Poi si può anche fare la riflessione che non si può coinvolgersi col crimine e poi andarsene senza dover scontare la minima conseguenza.
La pellicola conta in ogni caso su buoni attori, a cominciare dai protagonisti; rilevo però che anche alcuni di quelli secondari sono danno delle ottime interpretazioni. Penso al faccendiere ex amico della protagonista, viscido e interessato, che viene a trovarla con insistenza sul posto di lavoro. Un piccolo ma ben interpretato ruolo è anche quello della detenuta che ha appena partorito i due gemelli.
La sentenza del tribunale viene pronunciata in nome di "Vittorio Emanuele III re d'Italia, re d'Albania, e imperatore d'Etiopia". Fa uno strano effetto, specie se si pensa a come sarebbero cambiate le cose in pochissimi anni per ciascuno dei tre stati.
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