Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film
Un inenarrabile frastuono per nulla: ciò che Martinelli riesce a combinare (chiamandolo 'film') con questa vicenda di terroristi bombaroli e guerriglieri del cattolicesimo ha davvero qualcosa di epico. Sarebbe infatti difficile eguagliare tanta enfasi, tanto baccano, tante carrellate inspiegabili, tanto pathos nella colonna sonora, tante banalità nei dialoghi, avendo a disposizione un così modesto soggetto. Una storia sentimentale ed una storia di morte che si intrecciano: ma non è Romeo e Giulietta e davvero poche cose al mondo potrebbero esserne più distanti. E, soprattutto, sulle tesi propagate nel Mercante di pietre spira una fortissima, accusatoria aria di infamia razzista. Attenzione, perchè i vostri amici o vicini di casa musulmani, dopo la visione del film di Martinelli (regista televisivo - e la patina fasulla da fiction non abbandona mai neppure questa disastrosa pellicola), vi potranno sembrare delle creature infide, mostruose, camaleontiche. Un lavoro seriamente inutile, che squalifica perfino il grande Keitel.
Un mercante di pietre (un gioielliere italiano che tratta con il Medio oriente) è in realtà un terrorista di Al Qaeda; la sua missione consiste nel portare un ordigno su una nave. La farà compiere alla sua amante, che è la moglie di un professore fervente estremista anti-Islam.
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