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Pirati dei Caraibi. La maledizione del forziere fantasma

Regia di Gore Verbinski vedi scheda film

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La recensione su Pirati dei Caraibi. La maledizione del forziere fantasma

di scapigliato
8 stelle

10, 20, 30 volte migliore del primo episodio, perchè più consapevole di ciò che è: un gioco avventuroso. Due ore e quarantacinque rocambolesche, comiche, avventurose, spassose. Il secondo capitolo della saga dei pirati di Gore Verbinski, non autoconclusivo, era stato annunciato come il più oscuro della trilogia (trilogia che sembrerebbe ora dilatarsi), in realtà i vari segmenti horror non raggiungono la profondità estetica del primo, ma si limitano ad uno sfoggio eccezionale di mostri, colpi di scena e qualche guizzo di regia intelligente. Per un regista che con "The Ring" è ancora convinto di aver fatto un horror, non è poco. Gli attacchi del kraken, il duello a tre tra Sparrow, Turner e il Commodoro redivivo sono i momenti più belli di un film che inizia suggestivamente con quelle barche a galleggiare in acqua, e che prosegue maluccio arenandosi sulla fiacca struttura del primo atto, quello della presentazione del film. Poi con tutto il secondo tempo s'inpenna e non ti molla più. Belle le riprese aeree e quelle a filo d'acqua. Bella la fotografia e il montaggio. Certo è un film d'avventura per ragazzi, quindi con i suoi limiti, ma riesce a restituire allo spettatore quella magia che dopo Indiana Jones nessuno è stato più capace di ricreare. I vari tentativi di blockbuster come "Il Tesoro dei Templari", la serie de "The Mummy" e "Tomb Raider" non hanno fatto altro che accrescere la nostalgia di vere pellicole d'avventura di una volta. In più, manco a dirlo, qui c'è l'immenso Johnny Depp. Attore controcorrente, e scegliere questi filmoni in controtendenza con i suoi progetti ideali è un chiaro segno di anarchia e libertà professionale, Johnny Depp sfoggia come nel primo episodio tutta la sua verve, veleggiando tra il comico e il drammatico. L'ultimo scontro tra lui e il kraken gigante è il momento più alto del film, e non solo per effetti speciali e altre cianfrusaglie. In tutto il film c'è molta e sapiente slapstick comedy, tant'è che Jonnhy Depp s'è rifatto più a Buster Keaton che a Douglas Fairbanks, Errol Flynn o altri famosi pirati e corsari del grande schermo. Per stessa ammissione dell'attore, il suo Jack Sparrow è più un cartone animato con metodo che un personaggio vero e proprio. Ecco il suo segreto che lo piazza tre metri sopra gli altri attori coprotagonisti. Keira Knightly bella e brava, ma non di più. Orlando Bloom cresce a vista d'occhio, e il suo ultimo Will Turner merita più applausi del precedente. Per non parlare di tutta la ciurma del viscido Davy Jones. Maccus, il pesce martello, e tutti gli altri uomini pesce meriterebbero una photo call tutta per loro.
In profondità si può giusto e solo accennare che tutti cercano qualcosa: una chiave da infilare dentro una serratura. Il facile parallelo con sottotesti sessuali è d'obbligo, anche perchè in questo episodio le coppie tendono a mischiarsi. In più le parole di Jonnhy Depp, rintracciabili su Ciak di settembre 2006, lasciano qualche perplessità: "Un pirata ubriaco e gay in un film per bambini? Sarò un irresponsabile ma mi sono molto divertito, anche quando stavo per essere licenziato. La mia risposta è stata: so esattamente quello che faccio". Tracce di omosessualità non se ne vedono, ma sarebbero piaciute piazzando così un vero e fico antieroe, quale è Johnny Depp nella sua vita professionale, al vertice di ogni provocazione.
Zorro, cowboy e pirata. I tre costumi preferiti dai bambini nei Carnevali del Novecento, e anche oggi. Un perchè c'è: sono tutti e tre simboli di avventura libera e affrancata da regole, paletti e norme morali. Anche inconsciamente un bambino riesce ad intuire il valore simbolico delle gesta di questi personaggi. Se eliminiamo Zorro, più specifico e unico come tipo, restano due tipologie di carattere uguali e complementari che hanno infarcito in tutte le salse l'immaginario collettivo di chi si nutre di antieroi. Spiace solo che l'immenso Johnny Depp sia osannato dal popolo solo adesso che ha fatto un blockbuster epocale. E il suo "Ed Wood"? Il suo "Edward Mani di Forbice"? I suoi grandissimi film come "Dead Man" di Jarmusch, "The Brave" da lui stesso diretto (il suo capolavoro per chi sta scrivendo), eccetera eccetera eccetera. Dovrebbe essere mito più per questi ruoli che per Captain Jack Sparrow, anche se, e va detto col cuore in mano (magari quello di Davy Jones), un antieroe così, codardo, egoista, sleale, ubriaco da farne una filosofia, non lo vedevamo da tempo nei circuiti ufficiali, né tantomeno con la benedizione della nauseante moralistica Disney.
Gran film con sorpresona finale per tutti gli amanti dei grandi villain!

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