Regia di Raffaele Andreassi vedi scheda film
La seconda guerra mondiale volge al termine. Un soldato tedesco, abbandonato dai commilitoni nella campagna emiliana, vaga solitario domandandosi il senso di tutto ciò che è accaduto negli ultimi anni.
Flashback è un lavoro ambizioso e atipico, sia per Andreassi che per il cinema italiano tutto. Interamente narrato dal punto di vista della mente del protagonista (ma le riprese non sono esclusivamente in soggettiva), il film ripercorre le vicende di un soldato tedesco persosi nelle campagne emiliane al termine del secondo conflitto mondiale. Un lavoro a soggetto e in lungometraggio: già di per sè una novità per il regista, nel quindicennio precedente autore pressochè solamente di cortometraggi documentaristici; un lavoro definitivo, peraltro, visto che dopo Flashback Andreassi deciderà di ritirarsi o quasi dal cinema (su Imdb gli viene accreditata una sola regia, oltre trent'anni più tardi: I lupi dentro, 2000). Sperimentale, ma non per questo incomprensibile, la pellicola vede in scena per lo più il protagonista Fred Robsahm da solo, conta pochi e non sempre significativi dialoghi e, fattore peculiare distintivo, propone un audio fortemente effettato a forza di eco che richiama, naturalmente, l'idea di un perpetuo flashback. Insomma, la sceneggiatura del regista, di Nelo Risi, di Maurizio Barendson e di Callisto Cosulich (poker d'eccezione, va riconosciuto) parrebbe volerci indicare che tutto quanto sta sulla scena sia solamente ricordo, intima affabulazione mentale del protagonista, finale drastico incluso. Forse, si fossero spese più parole in scena, il significato di fondo dell'opera sarebbe rimasto meno fumoso. Nel cast compaiono anche Pilar (sorella di Lou) Castel, Dada Gallotti e - attenzione attenzione - Gianni Cavina esordiente totale. 4/10.
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