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In viaggio con papà

Regia di Alberto Sordi vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su In viaggio con papà

di axe
6 stelle

Mentre si prepara a partire per la Liguria, ove è atteso dall'amante Federica, di qualche decennio più giovane, l'imprenditore romano Armando D'Ambrosi è raggiunto dal figlio Cristiano, allontanatosi diversi anni prima dalla famiglia per vivere in una comune. Prima della partenza, Armando accompagna Cristiano dai suoi compagni, accampati presso Ponte Sisto ed impegnati in una raccolta di fondi a difesa dei gabbiani; con triste stupore, il giovane scopre che essi sono ripartiti e chiede al padre di accompagnarli là dove immagina di rintracciarli. E' l'inizio di un lungo viaggio che non porterà cose buone ne' all'uno, ne' all'altro, salvo il reciproco ritrovarsi. Alberto Sordi dirige sè stesso e Carlo Verdone in una commedia agrodolce che segna un po' un "passaggio di testimone" tra alcui dei principali esponenti "romani" del genere. Il risultato è buono, ma non eccellente. Elementi indubbiamente riusciti sono la caratterizzazione e l'interpretazione dei personaggi principali. Armando - Alberto Sordi - è un uomo assetato di vita, sempre pronto a concludere buoni affari, ed incorregibile donnaiolo. A fronte di questo successo nel "pubblico", la sua vita privata va a rotoli. In seguito alla separazione dalla moglie, la sua famiglia si è sfasciata. La donna vive nella vecchia magione familiare insieme al nuovo compagno - uno sceneggiatore fallito - la figlia, la nonna - abbandonata nella sua demenza senile - una domestica di colore terrorizzata dalle molestie ed un cane, cui si dà più importanza delle persone, in condizioni di desolante sciatteria. Vorrebbe rifarsi una vita con l'amante Federica, ma la giovane, figlia di amici di pari censo, si rivela, anche per lui, troppo cinica ed egoista. Cosa gli rimane, a fine racconto, se non, oltre ai beni materiali, l'affetto ritrovato di suo figlio ? Il giovane Cristiano, interpretato da Carlo Verdone, è un ragazzo evidentemente traumatizzato dai difficili trascorsi della famiglia, tremendamente attaccato alle piccole cose ed al proprio ruolo nella comune, il vivere nella quale l'ha privato della possibilità di compiere le esperienze normali per le persone della sua età. Egli, pertanto, legge la realtà e tenta di orientarla con l'ingenuità di chi non ha mai vissuto, forse perchè non messo nelle condizioni dai genitori, che hanno preferito affidare ad altri - nello specifico il "professore" leader della comunità, un bel furbacchione - il loro insostituibile ruolo. Da questo giovane adulto, per l'intera durata del racconto, Armando si aspetta d'essere trattato da "padre"; ma ciò non è possibile, perchè egli non è mai stato tale. I tentativi di "iniziarlo" sono tardivi e mediati da un egoismo di fondo che ne ha sempre condizionato l'agire. Se tra i due riesce a stabilirsi un legame è grazie alla natura positiva ed irriducibilmente affettuosa di Cristiano. In virtù di essa, è possibile un epilogo consolatorio, che trovo però innaturale. Armando, ultrasessantenne, dopo una vita di edonismo e disinteresse, evidentemente stanco dell'ipocrisia, propria e di tutto ciò che lo circonda, si "converte" con estrema rapidità, accettando senza riserve quel figlio inesperto della vita che in precedenza ha cercato in vari modi, tutti molto dolci - per conservare la coscienza pulita - di sbolognare. Ci ho messo un po' ad entrare in sintonia con il film. L'espressività dei due attori è molto diversa ed inizialmente il vederli insieme mi ha messo in difficoltà; pian piano, comunque, il racconto decolla e procede con ritmo altalenante tra un'avventura e l'altra. Tra le varie sequenze, mi ha colpito quella che mostra le esperienze dei protagonisti nel campeggio della comune, in Corsica, decisamente critica verso quel tipo di contesto. Avrei preferito una conclusione diversa; aperta, o più amara; l'avrei trovata più "sincera". Ma anche così, il film è interessante - per l'inedita accoppiata Sordi / Verdone - e gradevole.

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