Regia di Carmine Gallone vedi scheda film
Compare Turiddu torna al paesino, in Sicilia, dopo anni a combattere per l’esercito. Ritrova Lola, la fidanzata dei tempi passati, sposata con un altro. La gelosia monta in Turiddu.
Il triangolo fra Turiddu, Lola e Alfio – con la povera Santuzza a osservare impotente – è un classico della letteratura nostrana oramai; nel 1953 il racconto di Giovanni Verga (1880) aveva già ispirato, oltre ovviamente alla celebre opera di Pietro Mascagni con libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci (1890), almeno quattro film, di cui i maggiormente noti sono quelli diretti da Mario Gargiulo in epoca del muto (1924) e da Amleto Palermi nel 1939. Sostanzialmente quindi Carmine Gallone non fa qui che ripercorrere un sentiero già aperto e ben esplorato, ma lo fa con le idee sufficientemente chiare e già lo si intuisce dal numero e dal valore dei nomi sulla sceneggiatura: oltre a quello del regista compaiono infatti Francesco Di Feo, Mario Monicelli, Basilio Franchina e Art Cohn. L’idea principale è quella di approcciarsi alla pagina di Verga, ma non manca qualche divagazione musicale sulle note di Mascagni qua e là a infondere alla pellicola un tono indubbiamente più leggero. Anche per quanto riguarda il cast artistico le notizie sono confortanti: Anthony Quinn, Ettore Manni, la francese Kerima e May Britt compongono il quartetto centrale degli interpreti, mentre in ruoli di contorno ci sono anche Umberto Spadaro e Virginia Balestrieri. Apprezzabile lavoro da parte di un regista notoriamente melomane, che comunque qui riesce a contenere la sua passione operistica dando al film un’impronta espressamente, puramente cinematografica. 6/10.
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