Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Un thriller erotico improbabile e improponibile sotto tutti gli aspetti, la cui sceneggiatura cerca di mettere insieme Poe e la psicoanalisi, filmando questi elementi secondo i canoni, allora in auge, del cinema argentiano.
Fin dall'inizio, si nota che i personaggi non hanno spessore e sono pure funzioni, finalizzate unicamente allo sviluppo del racconto. C'è perfino qualche incongruenza nella definizione dei ruoli: Floriana (il personaggio interpretato - si fa per dire - dalla Fenech) viene presentato come la nipote del protagonista, figlia di una sorella, ma poi la ragazza si riferisce alla defunta madre di Oliviero come alla zia, anziché, come avrebbe dovuto, come alla nonna. Ma questi sono dettagli, persi in un magma nel quale il regista ha le uniche preoccupazioni di introdurre personaggi su personaggi allo scopo di accreditarli come plausibili sospetti degli omicidi e di mettere in bella evidenza i marchi degli sponsor. Raramente, infatti, si è vista sullo schermo pari invadenza di bottiglie di J&B (che compaiono anche nei momenti e nei posti più inusitati), ma anche delle altre etichette dell'epoca, dal Punt e Mes all'acqua di Pejo, fino alla ormai dimenticata Grappa Libarna.
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