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Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

Regia di Sergio Martino vedi scheda film

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La recensione su Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave

di mmciak
6 stelle

 "Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave"
diretto nel 1972 da Sergio Martino,devo dire che
non mi è dispiaciuto.

La storia si svolge nel Veneto,e racconta
di Oliviero,che è uno scrittore fallito,alcolizzato
e erotomane,che odia la moglie Irene che la lascia
vivere nel terrore e per questo è un isterica.

Ma un giorno viene a far visita la Polizia
e viene sospettato di avere ucciso una ragazza
che era la sua amante.

Però grazie a un'imprevista testimonianza di Irene
è scagionato dalle accuse.

Ma non finisce qui,perché poco tempo dopo
in villa qualcuno uccide la cameriera di colore.

Allora per paura delle accuse Oliviero,
aiutato dal silenzio della moglie,
mura il cadavere in cantina.

Qualche giorno arriva una visita imprevista,
la nipote Floriana,che ha la reputazione
di essere una ragazza spregiudicata.

Sergio Martino realizza un prodotto che
rientra nel filone de:"Thriller all'Italiana"
o "Giallo all'Italiana",si ispira a "Black Cat"
di Edgar Allan Poe e lo miscela con l'erotico
in un modo sublime e sceglie due Attrici di rango
come Anita Strindberg e Edwige Fenech,
che sono entrambe bellissime,anche se
quest'ultima ha qualche punto in più.

Il Film a suo modo è molto "Argentiano",
anche perché era l'epoca che tutti imitavano
il Cinema di Dario Argento,ma  con un suo
stile ben delineato con sempre la macchina da presa
al posto giusto,con riferimento al gatto nero
che gira intorno alla casa che si chiama
Satana che è di Oliverio,e dove Irene è
terrorizzata da lui,perché dov'è accade
qualcosa è sempre presente.

Infatti è interessante il montaggio,
che è molto efficace per la suspance
che ti trasmette,con fotogrammi veloci
degli occhi del gatto.

Poi il punto di forza del Film e che
Martino ti spiazza continuamente,
costruendo un sovvertimento del genere,
anche con scene erotiche choc lesbo.

Da segnalare la buona direzione degli Attori,
soprattutto un inquietante intellettuale
Luigi Pistilli che a tratti ruba la scena
per la sua cattiveria,ma gli tengono testa
Anita Strindberg,nella parte della donna
isterica vittima del marito (...ma fino
a un certo punto...) e Edwige Fenech,
nel ruolo della nipotina terribile
Bisex,amante della libertà,
ma con le idee chiare.

Nel Cast figurano anche:
Ivan Rassimov-Franco Nebbia-Riccardo Salvino-
Nerina Montagnani-Enrica Bonaccorti
(si!proprio lei della Tv,nella parte di
"Giovanna di Brescia",squillo di alto rango,
con un esordio da sedere in primo piano,
alla discesa del treno) e Dalila Di Lazzaro.

Segnalerei invece nel Cast tecnico le
splendide musiche di Bruno Nicolai,
che sono molto efficaci nel complesso
del tutto e la suggestiva fotografia
di Giancarlo Ferrando.

In conclusione un Film dichiaratamente
"di genere" di un regista che sa il
fatto suo,e dimostra di conoscere come
si realizza il Thriller,e qui clamorosamente
anticipa "Shining" di Kubrick,con la scena
della macchina da scrivere e "Shock" di Bava,
sorprendendoti e spiazzandoti.

Certo poi si sta sempre parlando
di un prodotto che a tratti zoppica
ed ha dei limiti penalizzato da un Budget
risicato,però ha una buona
tecnica,che alla fine del Film si rimane
soddisfatti per la gradevole visione.

Il mio voto: 6,5.

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