Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Un genere in piena fioritura come il thriller a tinte forti nei primi anni Settanta ha visto far parte di sè pellicole spesso di dubbia qualità, molto ispirate ovviamente al nuovo stracciatore di incassi made in Italy Dario Argento: "Il tuo vizio è una stanza chiusa..." ( a proposito, per il titolo ci ha mica messo lo zampino Lina Wertmuller?) non risparmia momenti truculenti, indirizzandosi nella seconda parte su una ricerca della suspence volenterosa anche se non sempre premiata, però a differenza dei thriller argentiani la componente erotico-morbosa è molto più cospicua. Si comincia con una cena che finisce in maniera quasi orgiastica, e poi se nel titolo si parla di un vizio, il film di Martino, poi specializzatosi in commedie scollacciate, indugia su vari aspetti morbosi, come la necrofilia, il sesso vissuto come violenza, alcoolismo e disfacimento mentale: meno peggiore di altri simulacri argentiani, il film giunge ad un finale ispirato ad Edgar Allan Poe, anzi preso proprio di peso da "Il gatto nero" con una certa prevedibilità.Benchè insistito in certi poco piacevoli dettagli sadomaso, ha due interpreti non di second'ordine come Luigi Pistilli e la bella Anita Strindberg: in un ruolo ambiguo , dopo oltre mezz'ora di durata, Edwige Fenech che oltre ad esibire le grazie di cui un paio di generazioni maschili le sono grate, non sfigura nel recitare. Nota inquietante, e non poco, il particolare dello scrittore in preda all'alcool ed al proprio fallimento umano che scrive ossessivamente la stessa frase, assai prima del Jack Torrance di "Shining", e sorge il dubbio....
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