Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Un Sergio Martino iper ispirato confeziona un thriller davvero appassionante soprattutto per la regia e per l’intreccio perverso che si innesca con il trascorrere dei minuti con personaggi super ambigui. La sceneggiatura prende spunto dal racconto “Il Gatto Nero” di E.A.Poe senza restare troppo fedele al racconto (a parte la sequenza finale) preferendo dar vita al classico intreccio tipico degli spaghetti thriller del periodo con il susseguirsi di colpi di scena.
Primo tempo thriller con pazzo omicida in azione, secondo tempo più incentrato sul lato perverso della storia e con meno assassinii. Spruzzatine gore qua e in là (disgustosa la scena con gli occhi di pecora disposti su un tavolo), resenza di topless femminili.
Brava la Fenech decisamente migliore dell’altra attrice protagonista, più che sufficiente Pistili, mini cammeo per Rassimov che indossa un’improbabile parrucca. Notevole la regia di Martino (voto: 8.5), regista molto discontinuo, ma capace di tanto in tanto di estrarre dal cilindro delle prove maiuscole come nella fattispecie. Sufficiente la colonna sonora.
Il film presenta due scene che sono state citate da film decisamente più famosi, mi riferisco a “Shining” (scena della macchina da scrivere che batte continuamente la stessa parola) e a “U Turn” (soprattutto per l’ultimo omicidio del killer). Da vedere sicuramente per gli amanti del genere. Voto: 8
All'epoca era davvero in forma!! Voto: 8.5
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