Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Questo descritto da Antonioni è un mondo quasi tutto al femminile, purtroppo dominato da egoismi e cattiverie, ripicche e noia di vivere, quella che, unita alla consapevolezza della pochezza del bellimbusto Lorenzo (Ferzetti) - un artista di scarso valore, invidioso della moglie (Cortese) -, spinge la povera Rosetta (Madeleine Fischer) al suicidio, prima solo tentato, poi perseguito con tenace disperazione. Gli uomini, a cominciare proprio da Lorenzo, e con la parziale eccezione di Carlo (Ettore Manni) sono mediocri e poco affidabili, come il vacuo architetto Cesare (Franco Fabrizi, in una parte appena appena meno negativa del solito). In questa storia di borghesia annoiata, che gira a vuoto su sé stessa, Antonioni dimostra di essere un regista di valore, capacissimo di muoversi agilmente con la macchina da presa fra le diverse storie che compongono un mosaico riuscito. Il maestro ferrarese si dimostra qui autore di una freschezza che raramente raggiungerà in futuro, anche nelle celebrate opere del periodo dell'incomunicabilità. Peccato soltanto che compia l'errore di affidare le scene madri del film ad un'attrice poco in grado di reggerle come Eleonora Rossi Drago, che interpreta il fondamentale personaggio di Clelia.
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