Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Le amiche è un Antonioni prima maniera, generalmente considerato "opera minore", ma dove la mano del suo autore è riconoscibilissima, sia nelle tematiche che nello stile, anche se a livello visivo non c'è ancora la predominanza di composizioni paesaggistico/architettoniche che troveremo nelle opere successive. Si tratta di un adattamento di un romanzo breve di Cesare Pavese, "Tra donne sole", ambientato a Torino, un film corale che già dimostra la vicinanza di Antonioni soprattutto a personaggi femminili tormentati da conflitti interiori, che qui non si chiamano ancora "incomunicabilità" ma piuttosto relazioni sentimentali fragili e nevrotiche con uomini immaturi e che non sanno amarle. Il film alterna diversi subplots in parallelo, in particolare le storie di Clelia, di Rosetta, di Nene e di Momina, con una sceneggiatura che riesce a caratterizzare in maniera accurata i personaggi e le diverse vicende, anche se è stato giustamente osservato che il regista e le cosceneggiatrici D'Amico e De Cespedes si affidano a dialoghi troppo verbosi, che andavano sicuramente un po' sfrondati e che appesantiscono un po' alcune sequenze rispetto ai successivi film con la Vitti.
Tuttavia, Antonioni mantiene un controllo della materia narrativa quasi sempre apprezzabile, con una incisiva direzione di attori e apporti tecnici di raffinato professionismo, qui in particolare il bianco e nero di Gianni Di Venanzo, elegante ma sobrio. Non avendo letto il testo di Pavese, non posso fare il confronto con la pagina scritta, ma il film, se si eccettua l'osservazione sui dialoghi un po' sovrabbondanti, resta opera di un realismo già posteriore alla lezione neorealistica e impregnato di succhi esistenzialisti, secondo gli interessi più autentici dell'autore, e comunque opera fortemente pessimista e amara sulle relazioni umane. Nel cast la Rossi Drago dà il giusto rilievo alla sua Clelia, suggerendo adeguatamente la sua frustrazione, Valentina Cortese è molto incisiva nel ruolo della donna tradita e rassegnata, mentre fra gli uomini spicca decisamente Gabriele Ferzetti che al suo Lorenzo trasmette un'inquietudine estremamente moderna che anticipa il Sandro de L'avventura e che ci ricorda le qualità recitative di questo bravo attore, un po' troppo dimenticato al giorno d'oggi.
Voto 8/10
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