Regia di William Dieterle vedi scheda film
AMORI IMPOSSIBILI & VULCANI FUORI CONTROLLO: CAPITOLO 1
“Com’era bello andarsene! Era più facile partire che ritornare… eh già…”
Maddalena (Anna Magnani) fa ritorno alla natia isola di Vulcano, nell’arcipelago delle Eolie, non per una decisione sua, ma per obbligo del Questore di Napoli, dopo un burrascoso passato di prostituta.
La sua assenza dalla pietrosa e desolata isola vulcanica, è durata ben diciotto lunghi anni.
Già dal momento in cui sbarca la donna viene accolta da diffidenza e distacco da parte di tutti gli abitanti del luogo, propensi al contrario ad accogliere festosamente gli stranieri in arrivo, soprattutto quelli che giungono in loco per sposare qualche giovane donna conosciuta per corrispondenza.
L’unica a filarsela è la giovanissima Maria (Geraldine Brooks), che la accompagna fino alla dimora, che poi scopre essere la medesima della propria.
Maria infatti copre di essere la sorella minore di Maddalena, che non è stata in grado di conoscere in quanto in fasce all’epoca della partenza della donna per Napoli.
Vivere a Vulcano tra compaesani al corrente della precedente attività della donna appena tornata, si rivela davvero difficile. L’unica a non comprendere subito la situazione è la stessa Maria, che impiegherà un po’ di tempo a venire a corrente dei particolari che riguardano il passato della sorella.
Nel frattempo la ragazza riceve una delusione inaspettata, quando il suo promesso sposo le scrive che ritarderà due anni per raggiungerla e sposarla, a causa di un lavoro che gli permetterà di accumulare denaro per vivere meglio assieme.
Sfiduciata, Maria finisce per invaghirsi di uno scaltro palombaro (Rossano Brazzi), che finisce per assumere entrambe le sorelle per aiutare a cercare oggetti di valore su fondali marini.
In realtà lo scopo delle immersioni cela ben altre intenzioni, e pure i progetti dell’uomo riguardo alla sorella più giovane non sono affatto rassicuranti per il futuro della ragazza.
Avvedutasi delle reali intenzioni del lestofante, Maddalena non esita a ricorrere all’omicidio pur di fermarlo, salvo poi maturare una decisione fatale quando il vulcano che cinge l’isola decide improvvisamente di eruttare lava, rinunciando a darsi alla fuga e concedendosi al suo destino funesto.
Vulcano è un film famoso soprattutto a casa della cosiddetta “”Guerra dei vulcani” che nel 1950 vide due case di produzione affrontarsi nel riuscire a girare, produrre ed ultima re i loro film incentrati ognuno su un’isola delle Eolie, in modo da farlo uscire prima del rivale e battere sul tempo l’interesse del pubblico a scapito del concorrente.
Ma l’altro film è Stromboli –(Terra di Dio), diretto da Roberto Rossellini e forte della storia d’amore nata proprio sul set che riunì per la prima volta il regista con la star svedese Ingrid Bergman.
Inoltre, pur nel tentativo riuscito di uscire in sala prima del rivale, Vulcano, diretto dal regista tedesco naturalizzato statunitense William Dieterle, nonostante la sceneggiatura a firma, tra gli altri, di Vitaliano Brancati, non possiede l’appeal neorealista forte e spiccato del potente film di Rossellini, ma si rivela semplicemente una coinvolgente storia melodrammatica in cui, ancora una volta, il personaggio della Magnani, magnifica nonostante il solito alone di pessimismo senza soluzione che ancora una volta il suo personaggio si porta appresso, ha la meglio su tutto, persino sul paesaggio senza eguali e sulle manifestazioni naturali plateali del vulcano che regna sopra l’isola.
La storia pare un feuilleton pieno di eventi e situazioni che certamente riescono a destare la curiosità e a tener viva l’attenzione del pubblico, ma certo Stromboli al confronto si rivela un film di una categoria nettamente superiore per il senso epico della storia, e la struttura narrativa più complessa e matura che caratterizza l’opera di Rossellini, ineguagliato maestro del neorealismo, in grado di rendere esemplare la caratteristica del vivere isolano, senza mai scadere nel vacuo folkloristico in cui talvolta finisce intrappolato il film di Dieterle.
Di fatto per entrambi i film, di cui si parlò per lungo tempo, il successo si tenne ben alla larga, e Stromboli in particolare, pur apprezzato da molta critica europea, fu penalizzato oltreoceano per la campagna diffamatoria che fu spesa contro il film a causa della relazione adulterina che colse regista e diva protagonista, entrambi sposati.
Vulcano non fu travolto da applausi, ma suscitò meno scalpore e nessuna indignazione alla sua uscita, anche se gli incassi all’epoca furono piuttosto modesti, o comunque non in linea con il richiamo di stampa che la sfida produttiva e la love story dell’altro film crearono nei mesi precedenti l’uscita in sala.
Accomuna le due pellicole, oltre all'arcipelago delle Eolie, la pesca al tonno attraverso la sanguinosa e barbara tradizione della mattanza, il fatto che le protagoniste assolute siano due donne dal carattere forte, e che entrambe sopraggiungano ognuna nella propria isola controvoglia, o comunque costrette da circostanze superiori.
Partire e tornare, seppur forzatamente, costituisce l'indirizzo di Vulcano mentre al contrario per Stromboli si arriva per cercar poi di fuggire.
Due movimenti uguali ma contrari che caratterizzano due opere che, senza ombra di dubbio, hanno contribuito a trasformare non poco il volto di un arcipelago apparentemente dimenticato da Dio, ora un vero e proprio paradiso di turismo grazie ai medesimi fenomeni eruttivi e sismici, visti secondo una concezione diametralmente opposta grazie anche alle modificate condizioni di vita che separano la metà del '900 dai giorni attuali.
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