Regia di Paul Verhoeven vedi scheda film
Pellicola non convenzionale per l'olandese Paul Verhoeven che, alle porte dei settanta anni, lascia il cinema di predilezione, quello degli effetti speciali e dei contenuti fantascientifici (Atto di Forza, Robocop, Starship Troopers e L'Uomo senza Ombra), per tornare nella patria nativa e interessarsi a una pellicola storica che ripercorre l'ultimo periodo dell'occupazione nazista in Olanda. Riecheggiano echi, forse un po' gratuiti e in forma amplificata, ad altri film del regista, quali Basic Instinct (la protagonista viene inquadrata mentre allarga le gambe e si colora la vulva) e Showgirls. La storia, infatti, si connatura di importanti contenuti erotici e insiste sui nudi femminili (persino un integrale nudo maschile), mettendo in mostra i corpi della protagonista Clarice van Houten (molto brava) e Halina Reijn. I nazisti infatti vengono tratteggiati quali festaioli e donnaioli, uomini dai valori etici corrotti.
Venti milioni di budget, mai così tanto era stato speso per una produzione olandese (ci sono anche i capitali inglesi, belgi e tedeschi), riuscendo a incassare poco più. Buone e truci le scene d'azione, con i nazisti che crivellano di colpi gli ebrei e i partigiani caduti in imboscate dovute al tradimento di compagni. A rilevare sono tuttavia i continui ribaltamenti situazionali e la presenza di un'ebrea che si trova a patteggiare per i nazisti, plagiata anche dalla storia d'amore con un ufficiale delle SS che finirà per tramare con i partigiani contro i suoi commilitoni, finendo per tale via per essere condannato a morte. Spionaggio e controspionaggio, uniti a diversi colpi di scena, vivacizzano la visione. Più che sufficiente.
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