Regia di Alain Resnais vedi scheda film
L'amore a mezza età: dramma e farsa. Tratta - come la precedente accoppiata Smoking/No smoking (1993) - da un testo teatrale di Alan Ayckbourn (qui con la collaborazione ai dialoghi di Jean-Michel Ribes), questa ennesima incursione dell'84enne Resnais nel melodramma è francamente un mezzo passo falso: è un Parole, parole, parole... (1997) senza la componente musicale, e quindi minato alle sue fondamenta; so sviluppa attorno ad un intreccio quasi da soap, strutturato in maniera molto simile a quello proprio di Smoking/No smoking, ma privato degli elementi che rendevano interessante il dittico del '93, cioè lo studio sulla casualità nelle esistenze umane e sulle possibilità che il destino ci riserva o nasconde. E se il regista per una volta frena i suoi proverbiali istinti votati alla sperimentazione, nel cast addirittura propone un tris di conferme: Dussollier, Azema e Arditi, già comparsi più volte in sue precedenti pellicole (e c'è anche un elemento italiano, la brava Morante). L'abilità a giocare con i personaggi, le relazioni che fra loro intercorrono e a mostrarci le loro evoluzioni psicologiche è comunque sempre salva: la narrazione scorre fluida; buono anche l'impatto delle musiche di Mark Snow, compositore di colonne sonore per serie televisive (X-files, Smallville e molte altre). Finale aperto e dolceamaro, con accenno polemico verso il potere di manipolazione delle nuove tecnologie, probabilmente una critica verso lo snaturarsi del cinema dall'avvento della televisione e delle videocassette in poi. 5/10.
Intrecci sentimentali fra alcune vite che si incrociano: un agente immobiliare si propone alla sua gentile (ma non interessata) collega, la quale come secondo lavoro bada un anziano incontenibile e porcellone. Il figlio dell'anziano fa il barista ed un suo assiduo cliente gli racconta della sua rottura con la fidanzata storica, proprio mentre sta cercando un appartamento per sè presso l'agenzia immobiliare di cui all'inizio...
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