Regia di Dino Risi vedi scheda film
Dino Risi riunisce nuovamente Tognazzi e Gassman in una commedia ma questa volta il tono grottesco e la trama investigativa cancellano totalmente la comicità per descrivere un'Italia allo sfascio all'imbocco degli anni 70 e la cosa grave è che il film risulta attuale a distanza di cinquanta anni.
La morte di una giovane studentessa di bassa estrazione sociale che per mantenersi gli studi e foraggiare i poveri genitori artisti allo sbando è costretta a prostituirsi nell'alta società romana viene presa in esame dal granitico giudice Bonifazi (Tognazzi) che dopo le prime indagini individua come sospettato numero uno il costruttore e impresario chimico Santenocito (Gassman) che trascorre la sua dolce vita, disprezza i capelloni e il loro fannullonismo ed ha raggiunto la propria posizione fra bustarelle corruzione e brodetti vari in barba ad ogni etica morale.
Bonifazi elegge Santenocito a capro espiatorio per la condizione fatiscente e sporca dell'Italia del momento in cui un pesce avvelenato dai miasmi tossici della fabbrica dell'industriale viscido e antipatico viene mangiato da un gabbiano che muore intossicato sotto gli occhi del giudice su una spiaggia bagnata da un mare denso di schiuma che sa di scarico industriale, l'ostinato magistrato si aggira in una Roma piena di strade spaccate griffate dalle placche in rame della impresa di Santenocito e guarnite da mucchi di immondizia sudicia ammassata ovunque, lo stesso palazzo di giustizia crolla a pezzi a detta di Bonifazi per colpa di costruttori ladri e imbroglioni nella sequenza più surreale del film che sta un pò a simboleggiare anche la fragilità della giustizia italiana.
Il magistrato abbandona presto ipotesi alternative per la risoluzione del caso e si concentra sul suo bersaglio principale ma alla fine della fiera risulterà essere lui stesso un ingranaggio di una macchina che non funziona, si parteggia per lui ma bisognerebbe pagare per i crimini commessi e non per quelli presunti e una pena cumulativa non è uguale alla condanna per ogni singolo reato.
Risi gira un film amaro e cattivo sfruttando l'ennesima bella sceneggiatura di Age e Scarpelli ricchissima di intarsi piuttosto insoliti nel cinema italiano come i flashback, i falsi avvenimenti, i ricordi dei personaggi virati alle tonalià in bianco e nero o arancio e soprattutto una vena grottesca e surreale che da al film una definizione netta e precisa staccandolo dalla commedia all'italiana classica.
Tutti bravi gli attori di contorno fra cui spicca la presenza fantasmatica di Ely Galleani nel ruolo della ragazza masticata dalla vita che compare solo nei flashback spesso gelida e statica perchè defunta ma anche nelle fotografie e nella parte finale pennellata dalla sua voce che svela gli interrogativi sul suo tragico destino ma ovviamente a dominare su tutti sono i due protagonisti in forma strepitosa soprattutto quando la sceneggiatura li mette l'uno di fronte all'altro come due felini infercociti: un leone Gassman che ruggisce al magistrato la sua innocenza e l'essere perseguitato per ciò che rappresenta e non per quello che ha commesso e un puma di montagna Tognazzi che sbuca all'improvviso da uno spunzone di roccia per avventarsi sulla preda che si è scoperta mettendo a nudo tutti i suoi lati oscuri.
Tutti questi elementi sono perfettamente esposti e miscelati nel delirante finale in cui Gassman riprende per brevi istanti alcuni personaggi da lui interpretati ne "I mostri" come il prete effeminato o il tifoso con la trombetta, allucinazioni del giudice Bonifazi che lo rivede fra la folla in festa per la nazionale di calcio a dimostrazione che allora come oggi basta una vittoria degli azzurri a far dimenticare le brutture di questo paese in cui tutti affermano che il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti ma poi a conti fatti è sempre la pedata nazionale il primo pensiero degli italiani: un tifoso in delirio si lancia dal terrazzo e grida "Avemo battuto l'inglesi.....W l'Italia" più che mai attuale in questo 2021 in cui li abbiamo sconfitti sul campo, in mare e in pista a quelle schiappe.
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