Regia di Dino Risi vedi scheda film
Ma lei pensa che, se avessi voluto fare soldi, avrei fatto il magistrato?
Il giudice Bonifazi, che sta indagando sulla morte sospetta di una giovane ragazza, acquisisce elementi che potrebbero incolpare l'ingegnere Santenocito, costruttore edile molto addentro i meccanismi del potere e dalle importanti amicizie ed un passato discutibile.
Fra i due si sviluppa una immediata antipatia in quanto l'uno rappresenta l'esatto opposto dell'altro in termini di comportamenti, rispetto altrui, visione della vita. Il giudice comincia quindi a inquisire l'ingegnere con una particolare pervicacia...
Dino Risi dipinse nel 1971 quella Italia del dopo boom economico, che non solo aveva perso la ingenuità degli anni '60, ma sembrava già piombata in un declino annunciato tra strade ingorgate e inquinate, palazzi antichi che si sgretolano per incuria e menefreghismo, mostri architettonici in bella mostra, buche o peggio nelle strade, scarichi industriali che si disperdono allegramente in mare. Un orrore ambientale metaforicamente parallelo a quello morale fatto di grettezza e di un egoismo reazionario diametralmente opposto alle istanze rivoluzionarie che tanti giovani auspicavano.
E mentre tutti si arrangiano come possono, fra amicizie, raccomandazioni e talora bustarelle, senza che la Legge intervenga (anche all'interno della Magistratura, accanto a tanti funzionari onesti, esistono sacche di connivenza con il potere economico e politico), si mette in luce anche il forte potere discrezionale dei magistrati stessi nell'esercizio della propria professione.
Un film di satira del costume che illustra quello che poi è proseguito, ed anzi si è accentuato, negli anni a venire: un Paese spaccato a metà fra voglia di onestà e comoda ignavia, fra desiderio di rinnovamento e difesa dei privilegi di casta. Salvo dopo la vittoria della Nazionale di calcio, allorché chiunque - cessati i particolarismi - si ricorda di vivere sotto la stessa bandiera.
Tognazzi e Gassman grandissimi interpreti!
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