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In nome del popolo italiano

Regia di Dino Risi vedi scheda film

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Scarlett Blu

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La recensione su In nome del popolo italiano

di Scarlett Blu
9 stelle

Un altro film di Dino Risi del  '71, ma sempre spaventosamente attuale. 
Un'altro ritratto duro e impietoso dell' Italia, anche troppo - purtroppo - riconoscibile ancora oggi, nonostante Mani pulite, Prima e Seconda Repubblica.

Un giallo che ha in sé i toni grotteschi della commedia più amara e cinica, dove non si ride quasi per nulla, ma si resta sconvolti dalla triste autenticità di personaggi che suscitano la stessa antipatia di certi politici attuali.

In una scena sorprendente che mi ha lasciato veramente di stucco per la verosimiglianza che anticipa e di nuovo profetizza i tempi, si vedono i ricchi signori della buona società aderire ad una festa in maschera alla moda dell' antica Roma, dove manca solo "er Batman di Trastevere".

 

Incredibile. O forse no, purtroppo.



Dino Risi da quel genio che era, aveva capito tutto; aveva capito come sono davvero gli italiani, un popolo stolto che non merita nulla, come afferma con toni molto più volgari il medico che pratica le autopsie, e soprattutto aveva capito che il nostro paese ha paura di cambiare, e certe leggi imperfette e discutibili sono fatte a tutela di certi personaggi interessati più al proprio tornaconto personale che al bene della comunità.

 

Il magistrato protagonista Bonifazi, idealista disilluso (un Ugo Tognazzi severo, scaltro e integerrimo, perfetto e sobrio nella parte) lo dice chiaramente nella desolazione di una spiaggia sporca e maltenuta, che denuncia l’ incuria in cui versa il paese, nella scena del memorabile confronto col suo antagonista, l'imprenditore Santenocito, (un Vittorio Gassman superbo mattatore come al solito, antipatico, crudele e irritante, in una parte che gli aderisce addosso come una seconda pelle) appaltatore e intrallazzatore, spregevole personaggio arrogante, prepotente e meschino, - emblematica la scena rivelatrice del terribile dialogo con la moglie sposata solo per denaro - ingordo affarista senza scrupoli e morale, corrotto e corruttore, talmente cinico al punto da essere disposto a internare il padre anziano in una casa di cura, per eliminare un possibile testimone scomodo che non vuole mentire per coprirlo.
Accusato e sospettato dell'omicidio di una prostituta d'alto bordo, ragazza disposta a vendersi a clienti facoltosi con il sostegno malsano e quasi indifferente dalla stessa famiglia, Santenocito farà di tutto per scagionarsi, coinvolto in uno scontro serrato e duro col magistrato incorruttibile e ostinato all’eccesso, deciso a metterlo in manette.
E mentre crolla il palazzo di giustizia, che diventa inagibile, metafora di un sistema fallace, lento e ingolfato che non funziona, colloqui e interrogatori avvengono in una caserma militare con gran disappunto di un borioso Santenocito, con una dialettica pungente e sagace che nelle commedie di oggi è sempre più difficile, addirittura impossibile trovare.

Bonifazi con tenacia, riuscirà ad avere la meglio sul corrotto imprenditore, ma per vincere sarà costretto a perdere qualcosa di se stesso, consapevole che per sconfiggere il male, troppo spesso si è costretti ad usare le stesse armi.

La sceneggiatura è forte e sapientemente costruita, serrata. L’ambientazione ottima, direi asciutta ed essenziale.

Il finale è forse il più imprevedibile e inaspettato che mi sia capitato di vedere.

Pessimista e quasi senza speranza, l’immagine grottesca di un popolo e della sua gente tutta uguale, omologata, condannata a rispecchiarsi in sé stessa e di conseguenza, nella classe che la governa.

Straordinario specchio dei tempi: la cosa terribile è che sono sempre quelli.

Da vedere anche per riflettere.

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Ultimi commenti

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  2. labbro
    di labbro

    Probabilmente è attuale perchè siamo alle prese con l'eterna Italianità . In questi anni è andato di moda contrapporre artificiosamente una società civile sana ad una classe politica cialtrona e corrotta. In fondo, credo che Dino Risi ci stessedicendo che sono fatte della stessa pasta, e che la classe dirigente italiana è, nelle sue meschinerie, il riflesso della società che la esprime. Pessimismo moralista? Realismo della ragione? Io - anche personalmente- propenderei per la seconda ipotesi.

    ps: bella recensione Scarlett

  3. granconestabile
    di granconestabile

    Ehi, @labbro mi precede di poco e non sbaglia un colpo ! Madonna Scarlett Blu mi sta abituando a delle grandi opinioni su film di genere che hanno fatto la storia del cinema italiano e il Messere appena citato mi toglie le parole di bocca, anzi dalle dita, perché scrivo. My very compliments !

  4. Scarlett Blu
    di Scarlett Blu

    Grazie a tutti per i vostri interventi. Sto recuperando films che avevo quasi dimenticato, alcuni visti anni fa, ma ero veramente troppo giovane per capirli. @ - amanda, hai ragione, sono molte le frasi memorabili, (quella dove Tognazzi viene accusato di fare demagogia, hai presente?) nel film, Gassman usa la dialettica per impressionare e intimidire l'integerrimo funzionario che per fortuna non si lascia impressionare. @ - labbro, e granconestabile, anch'io penso che quello di Risi fosse più realismo, che pessimismo moralista e devo dire che negli ultimi tempi condivido molto questa posizione: si tratta di guardare la realtà per quello che è, e magari riconoscendone i difetti si può provare a cambiare qualcosa... ma in questo forse sono troppo ottimista... un saluto e complimenti a voi, ragazzi.

  5. granconestabile
    di granconestabile

    La storia ci ha insegnato che alcuni popoli hanno cambiato le cose con una rivoluzione. Io auspico che la rivoluzione ci sia, ma nelle nostre coscienze, che cominciamo a svegliarci tutti di buon mattino con un pensiero : " oggi devo fare qualcosa di buono per me e la mia famiglia, ma mai a danno del mio prossimo " ( è pura utopia ? , forse sì, ma il fondo del barile l'abbiamo già raschiato da tempo, anche il barile è ormai consunto, speriamo non crolli ). Un cordiale saluto, Madonna Scarlett Blu, a te e a tutti gli intervenuti.

  6. gherrit
    di gherrit

    chissà se il personaggio di Tognazzi avrebbe avuto tanti sostenitori se fosse stato un integerrimo funzionario fascista che truccava le prove per incastrare un sanguinario criminale comunista...

    1. linomass
      di linomass

      prendo in prestito le parole della recensione filmtv:
      "un popolo stolto che non merita nulla"

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