Regia di Dino Risi vedi scheda film
Il finale di questo film ti fa capire quanto ci manca oggi la grande commedia all'italiana: iperbolico, visionario, surreale, cattivo, fanta-sociologico. Con un'ambiguità morale che sa tanto di beffa: quanto si può essere soddisfatti di una "vittoria giusta", ma ottenuta oscurando le prove contrarie? Per il resto, non mancano le fasi di stanca. Il copione si concede qualche digressione di troppo, tra macchiette, parentesi sexy, lazzi, riferimenti insistenti alla società dell'epoca; la regia poi non riesce a tenere insieme con la dovuta omogeneità una vicenda poliziesca dagli snodi non sempre limpidi. Però la mano caustica di Risi è ferma: quegli stacchi improvvisi e la direzione della memorabile sequenza del dialogo in riva al mare sono grandi saggi su come evitare ogni caduta nel patetico. Sugli attori ovviamente, chapeau. Soprattutto Tognazzi: una prova maiuscola, in una parte per lui non comune.
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