Regia di Dino Risi vedi scheda film
Un po' melodramma, un po' commedia, un po' cronaca giudiziaria: tutte le componenti concorrono armonicamente ad una feroce critica sociale sul'Italietta miserevole ed intramontabile della corsa al potere e al denaro. Dino Risi racconta una storia di gente dai pochi scrupoli e dalle tante piccole ambizioni. Alla dialettica democratica si sostituiscono pittoreschi tafferugli tra proprietari di orticelli; persino la lingua, lungi dall'essere un elemento di unità nazionale, è asservita ai personalismi di casta e trasformata in uno status symbol. Di fatto non esiste un "popolo italiano", né, tanto meno, un'istituzione che esso riconosca come tutrice dei propri valori ed interessi. Di comune c'è solo la generale voglia di affermarsi, a suon di sgomitate o sotterfugi, non esitando a commettere soprusi ed intrallazzi: un conflitto di particolarismi spinto al punto che anche l'inchiesta su un caso di inquinamento si riduce ad una sfida a due tra un magistrato e un industriale. Vittime di tanto manovrare sono i deboli, come i giovani e gli anziani: chi occupa le posizioni di comando li emargina e anche un po' li odia, perché la fresca ingenuità dei primi e la pacifica saggezza dei secondi sono nemiche acerrime della corruzione eletta a "modus vivendi et operandi".
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