Regia di Joachim Lafosse vedi scheda film
Non male, soprattutto per merito di Jérémie Renier, giovane attore dardenniano emergente, di grande talento e versatilità. Convincente anche la Huppert, al solito. Nella seconda parte, il racconto un po' si avviluppa e il copione mostra tutti i suoi limiti, ma c'è almeno una sequenza degna dei fratelli Dardenne: quella che riprende Thierry sofferente per il colpo sferrato al fratello e, sullo sfondo, l'ambulanza chiamata dal padre. Nel piano-sequenza finale, Lafosse tenta la via della metafora, con risultati discutibili e un po' rozzi (i cocci del tavolino rotto simboleggerebbero una vita familiare a pezzi). Stile non originale, ma funzionale.
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