Regia di Satoshi Kon vedi scheda film
Ci sono detective e psichiatri, in Paprika, avatar e prototipi di laboratorio che permettono di entrare nelle menti degli altri, creazioni artificiali che cominciano ad acquistare un'intelligenza indipendente da quella del loro "fabbricatore" e parate di oggetti inanimati coloratissimi e vivissimi. La trama del cartoon di Satoshi Kon non è riassumibile in poche righe: perché si sfoglia come un fiore dai petali infiniti esattamente come il film, matrioska inesauribile, costruzione a scatole cinesi che non fa che aprirsi verso la purissima libertà immaginifica. La quale non ha freni, non conosce barriere, si slancia al cielo e poi giù a terra e di nuovo al cielo, scende negli abissi e sale al cosmo, entra nell'umano e nel non-umano con identiche curiosità e perspicacia, crede in se stessa e nello sguardo dello spettatore, celebra il trionfo dell'anarchia e il funerale delle attese e del previsto. Paprika è un capolavoro di ricchezza inafferrabile, che bisognerebbe vedere cinque volte per riuscire a imparare a memoria. Perché inoltre dona aria ai polmoni, sangue al cuore e stimoli al cervello. Senza esaurimento scorte. Si esce frastornati, e felici che possa esistere (ancora) un cinema del genere.
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