Regia di Satoshi Kon vedi scheda film
Insipido minestrone riscaldato di animazione pseudo-onirica. I richiami alla psicanalisi sono ingenui, quasi tutti riconducibili a varie nozioni di alter ego, mentre gli accostamenti tra il regno dei sogni e il mondo del cinema sono alquanto superficiali. La mancanza di stile è il tratto più marcato di quest'opera che, con l’alibi della visionarietà, si concede qualche gratuità di troppo, a cominciare dal modo in cui raffigura il contenuto dell'inconscio: una sorta di discarica semovente di oggetti kitsch che attraversa la città in assetto da parata. Si può fare molto meglio.
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