Regia di Luigi Magni vedi scheda film
Un ingarbugliato caso di coscienza è il soggetto di questo film, in cui l'amarezza, nelle sue diverse articolazioni, non abbandona mai la scena, nemmeno per un solo istante, ed impregna, con le dovute sfumature, ogni singola battuta. Il punto di forza de "In nome del papa re" sta proprio nel carattere dei dialoghi, che riescono a mantenere, pur nella molteplicità di voci e di punti di vista, e nella varietà delle situazioni e degli aspetti considerati, una eloquente uniformità di tono, senza rinunciare a quelle coloriture ironiche nelle quali il talento di Nino Manfredi trova la sua massima espressione. La sceneggiatura perde qualche colpo solo nell'ultima parte, che pare inciampare in una serie di falsi finali, anziché conservare l'iniziale fluidità della narrazione, e convergere linearmente verso una conclusione.
La Roma papalina del 1868, su cui incombono l'avanzata garibaldina e la fine del potere temporale dei pontefici, offre lo sfondo ideale per una vicenda che trasforma, nella figura di monsignor Colombo, il divario tra fede e istituzione ecclesiastica, e tra missione evangelica e sentimenti umani, in un dramma lacerante, destinato per altro, come ben sappiamo, a sopravvivere ai grandi rivolgimenti della Storia.
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