Regia di Emilio Estevez vedi scheda film
Emilio Estevez scrive e dirige un film complesso e sfaccettato, un’opera ambiziosa e molto personale che sorprende per il rigore della messa in scena e per l’ottima direzione degli attori, il modello di ispirazione non può che essere quello Altmaniano, un impianto narrativo imponente dove intrecciare le vicende di diversi personaggi, tutti protagonisti e tutti comparse di una pagina importante di storia Americana.
Siamo alla fine degli anni ‘60, periodo di contestazione e di grossi stravolgimenti politici, la guerra in Vietnam, le lotte per i diritti civili, gli omicidi politici (JFK prima e Martin Luther King poi), l’America in cerca di un cambiamento e di un nuovo leader in grado di metterlo in atto.
Il senatore Robert Kennedy si candida alla presidenza degli Stati Uniti e il 6 Giugno del ’68 si presenta all’Hotel Ambassador di Los Angeles, quella Californiana è una tappa fondamentale per la sua campagna elettorale, l’inizio di una probabile ascesa che si concluderà con l’insediamento alla Casa Bianca.
Bobby è un film politico che non parla di politica, è un film sugli ideali e la speranza, su un epoca per certi versi mitica (o forse mitizzata) che oggi si guarda con rimpianto, Estevez racconta la Storia attraverso le storie dei tanti personaggi chiamati in causa e lo fa mantenendo un invidiabile controllo espositivo.
Ventidue figure (o forse anche di più) che si muovono all’interno dell’Ambassador, tutti presi dal lavoro e dalla vita, tutti in attesa di un cambiamento: Anthony Hopkins e Harry Belafonte (uomini ormai al tramonto che non si arrendono), Sharon Stone e Demi Moore (parrucchiera tradita e cantante alcolizzata), William Macy e Christian Slater (democratico idealista contro approfittatore razzista), Lindsay Lohan e Elijah Wood (sposi per convenienza) e poi Laurence Fishburne (cuoco filosofo), Martin Sheen ed Elen Hunt (coppia borghese) e tanti altri ancora.
Il cast messo in piedi da Estevez è grandioso, giovani star Hollywodiane e mostri sacri della recitazione convivono perfettamente nel mosaico di personalità creato dal regista, la macchina da presa si sposta di volta in volta da un personaggio all’altro, tutti con il loro peso nell’economia del racconto.
Non basta girare un film ricalcando ad un modello vincente come quello di Altman, non basta avere l’appoggio e la disponibilità di grandi attori per far funzionare un film di questo tipo, diventa indispensabile avere una buona storia da raccontare e sapere come farlo.
Estevez un po’ a sorpresa centra entrambi gli obiettivi, scrive un ottimo soggetto e lo mette in scena con perizia e professionalità, Kennedy rivive sullo schermo attraverso i filmati d’epoca, una scelta azzeccata che senza artifici cinematografici ci riporta indietro nel tempo ricreando la giusta atmosfera, bella la fotografia e ottima la colonna sonora (spicca Never Gonna Break My Faith di Brian Adams cantata da Aretha Franklin).
Bobby è un film passato quasi inosservato che meritava ben altra accoglienza, per tutti quelli che se lo sono perso un recupero è quanto mai consigliato, se non altro per vedere all’opera un gruppo di attori di prima grandezza dove un po’ a sorpresa spiccano le performance di una stropicciata Sharon Stone (alla sua migliore interpretazione dai tempi di Casinò) e di una sorprendente Demi Moore.
Voto: 8
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