Regia di Emilio Estevez vedi scheda film
Lo spirito di un tempo è cosa difficilissima da rendere, per quanto buone possano essere le intenzioni di un regista che vuole ambientare un lungometraggio nel passato.Il quadro che raffigura il 5 giugno 1968,vigilia dell'omicidio di Robert Kennedy, riporta una varia umanità che in larga parte ha investito le proprie speranze e aspettative di un'America migliore nella probabile vittoria elettorale del candidato democratico:dagli immigrati latini, ai neri, alle donne che stanno trovando una nuova fase più autonoma, c'è una fetta di vita di ognuno che ruota attorno all'hotel in cui verrà consumato il delitto, ad opera di un sociopatico che fa esplodere la sua furia ferendo numerose persone e ponendo la parola fine alla parabola kennedyana circa la presidenza USA. Emilio Estevez ha attinto a piene mani dal mondo di Altman, più "Nashville" che altro, con un evento importante e le vite di tanti personaggi prese in un momento particolare della loro esistenza: forse è vero che non tutto il film convince appieno, però appunto lo spirito,l'aria di quegli anni in cui c'era ancora la forza di lasciarsi andare ad un sogno, alla speranza di una società migliore(a proposito, lo ridico, ma la parola "futuro" oggi non sembra rivestita di positività,mi pare, e che tristezza è questa...), sono resi benissimo e il cast , ben allestito e funzionale, regala bei momenti di cinema. La chiosa su un richiamo alle conseguenze della violenza è un riallacciarsi ad un ottimismo latente, che alla fine della visione lascia un sapore assai buono.
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