Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
E' un film d'amore I figli degli uomini.
Anche se uno dei ricordi più vivi è un piano sequenza pazzesco di guerriglia urbana con macchina a spalla e schizzi di sangue sull'obbiettivo.
E' un film che dona un immenso e sempre vivo messaggio di speranza.
Anche se ci troviamo in un mondo apocalittico dove un virus non fa nascere più i bambini e gli adulti spendono gli ultimi anni di un genere destinato a sparire, scannandosi.
E' un film dove un vagito può zittire le mitragliatrici.
Anche se la disperazione si tocca con mano perché tempi, dinamiche sociali ed ambientazione sono tutte ad un passo da noi.
Dalla nostra quiete apparente e dall'egoismo che monta.
E' un film con un eroe che combatte lo sfacelo
e vede morirsi e morire gli amici più cari.
E' un film con un antieroe che non vorrebbe esserci,
condannato a salvare un briciolo di umanità residua.
Un film folle che ci tiene sull'orlo dell'abisso per insegnarci a riconoscere quel vuoto che potremmo sfiorare a breve.
Un Cuaron magistrale.
Ed il suo premiato Gravity,
un grande passo indietro.
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