Regia di Emanuele Crialese vedi scheda film
dalle aspre terre siciliane, all'asperità delle visite e dei test per essere ammessi nelle terre degli stati del nuovomondo. crialese si prende tutto il tempo per omaggiare i nostri connazionali che per fame e riscatto si fanno pionieri di un'esperienza sicuramente traumatica. e lo fa sontuosamente. con scene colossali, tipo la nave carica di gente che si allontana lentamente dal molo e ce ne accorgiamo perchè la massa di persone si divide. il viaggio in nave ben divisi dai viaggiatori ben vestiti, stipati come bene di consumo da esportare, sino all'arrivo alla terra promessa dove i fiumi sono colmi di latte, dagli alberi cadono danari e la frutta affetta da gigantismo. una volta scesi dalla nave tutti vestiti a festa, vengono allineati e selezionati già da subito con croci bianche disegnati sugli abiti con un gessetto. da qui la selezione continua per assicurarsi che chi toccherà terra del nuovo mondo, dopo la quarantena ad ellis island, sia conforme alle leggi e non apporti malattie infettive come tare mentali(come la madre del protagonista che si rifiuta di essere trattata come una bestia) o la poca loquacità di uno dei due figli di salvatore mancuso(il protagonista) interpretato come mutismo. ogni secolo ha le sue migrazioni. a noi potranno sembrare crudeli quelle rutratte da crialese, così come potranno sembrare scomode ma per fortuna lontane quelle odierne dal nord africa. ottimi gli attori tutti, a cominciare da uno splendido vincenzo amato(poco amato dal cinema nostrano) sino all'ovviamente iconica charlotte gainsbourg. splendido il parallelo tra la bellezza classica di amato e del suo dialetto, e la bellezza più ruvida e non lineare della luce della gainsbourg
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