Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Un conquistador spagnolo (con un forte feeling per la sua regina, Isabella) va in terra Maya alla ricerca dell'Albero della Vita. Contemporaneamente, uno scienziato dei nostri giorni ricerca spasmodicamente una cura per la moglie molto amata, ammalata di cancro. E contemporaneamente, un saggio del futuro cerca di raggiungere la dimensione spazio-temporale nella quale passato e presente, regno dei vivi e dei morti, si ricongiungono. Si intrecciano l'uno con l'altro i tre segmenti narrativi di The Fountain, ambiziosa operazione sentimental-metafisica scritta e diretta da Darren Aronofsky tra le mille difficoltà sollevate dai produttori che si sono avvicendati nel corso degli anni. Come capita spesso ai progetti molto voluti e altrettanto contrastati, il risultato di The Fountain è, a dir poco, macchinoso e confuso. Già in se stessa la storia non aiutava la limpidezza; ma in più Aronofsky strafà, nel tentativo di dimostrare quanto è bravo nel tenere a bada la sua materia: tre film, tre stili visivi non necessariamente conciliabili, dall'algido impianto kubrickiano del segmento "futuribile" al fantasy un po' dozzinale dell'avventura Maya alla concretezza mélo dell?episodio contemporaneo. Il tutto condito dai tocchi cabalistici che tanto piacciono all'autore di P Greco. Il virtuosismo non è sempre un pregio e qui, talvolta, si rischia di non piangere quando si dovrebbe e di ridere quando non si potrebbe.
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