Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Il regista calabrese Gianni Amelio si è formato cinematograficamente negli anni settanta con alcuni film intellettualistici prodotti dalla Rai (LA MORTE AL LAVORO, IL PICCOLO ARCHIMEDE) e destinati al piccolo schermo. Nel 1983 gira per il grande schermo il terroristico COLPIRE AL CUORE e si impone come giovane promessa del cinema italiano, sempre sotto l’egida della Rai coproduttrice dirige nel 1988 I RAGAZZI DI VIA PANISPERNA, intensa ricostruzione del gruppo di fisici nucleari italiani Enrico Fermi e Ettore Majorana che nel 1934 inventarono la reazione nucleare destinata alla costruzione della prima bomba atomica. Due anni dopo porta sullo schermo il romanzo di Leonardo Sciascia, PORTE APERTE con Gianmaria Volontè, Ennio Fantastichini e Renato Carpentieri, straordinari interpreti di un quasi perfetto dramma giudiziario ambientato durante il ventennio fascista. Nel ’92 con IL LADRO DI BAMBINI conquista Cannes e firma (ancora oggi) il suo migliore lungometraggio, neorealistico “on the road” in una desolata Italia meridionale. In seguito non ha raggiunto più quei vertici, né con LAMERICA né con COSI’ RIDEVANO. Dopo uno stop di quattro anni è stata la volta di LE CHIAVI DI CASA e nel 2006 LA STELLA CHE NON C’E’, ideale proseguimento del romanzo industriale di Ermanno Rea LA DISMISSIONE. Vincenzo Buonavolontà (Buonocore nel romanzo) è un operaio specializzato di un’acciaieria che sta per essere rilevata da un’azienda cinese, alla delegazione giunta in Italia fa presente che l’altoforno ha un difetto e intende trovare il guasto per impedire futuri incidenti. I cinesi però ripartono per il loro paese con l’altoforno e tutto il resto, Vincenzo ostinato e testardo parte alla volta di Shangai. Qui incontra per caso, tra miliardi di persone, l’interprete della delegazione che ora lavora in una biblioteca, dopo un’iniziale diffidenza e risentimento per un malinteso avvenuto in Italia decide di fare da interprete e da guida per Vincenzo alla ricerca dell’acciaieria. Comincia così un girovagare per un’inedita Cina, piccola e al tempo stesso immensa, tra i due nasce una sincera amicizia fatta di rivelazioni, amarezze, improvvise separazioni e definitivi ritrovamenti. Amelio si conferma regista ambizioso, preparato (è un esperto cinefilo), desideroso di guardare oltre la nostra “Italietta”, ma gli manca qualcosa. Le sue messinscene sono troppo raggelate, i suoi personaggi non provocano emozioni ma indifferenza, infatti il pur bravo Sergio Castellitto è sprecato, la giovane attrice cinese Tai Ling corretta e perfettina, quasi tutte le sue ultime opere sono senz’anima e puntualmente deludono. Purtroppo anche LA STELLA CHE NON C’E’ non fa eccezione.
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