Primo dopoguerra. Nina viene ricoverata nel reparto ostetricia a causa di alcune complicazioni. Fra le degenti si insaturano legami forti e intensi che aiutano la giovane donna ad affrontare con coraggio l'esperienza della maternità.
Note
L'esordio nel lungometraggio della figlia d'arte Mariantonia Avati, insomma, segue le tracce di un cinema da camera di stampo teatrale, che ricorda i vecchi sceneggiati Rai degli anni '60, tutti improntati sulla recitazione. E non a caso il reparto attoriale, al di là di una regia troppo pulita e tradizionalista, è l'unico segmento capace di regalare un paio di emozioni, con Anita Caprioli che partorisce la sua interpretazione più matura.
All’inizio del 1947 Nina viene ricoverata in un ospedale romano all’interno del reparto di ostetricia. È all’ottavo mese e i medici riscontrano qualche complicazione. La donna si ritrova così ad affrontare gli ultimi giorni di gravidanza circondata da altre donne, ognuna con pensieri e preoccupazioni che spesso coincidono con sogni infranti o utopie irrealizzabili. Il palcoscenico… leggi tutto
All’inizio del 1947 Nina viene ricoverata in un ospedale romano all’interno del reparto di ostetricia. È all’ottavo mese e i medici riscontrano qualche complicazione. La donna si ritrova così ad affrontare gli ultimi giorni di gravidanza circondata da altre donne, ognuna con pensieri e preoccupazioni che spesso coincidono con sogni infranti o utopie irrealizzabili. Il palcoscenico…
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