Regia di Jason Reitman vedi scheda film
Il problema del film è la sua pericolosa ambiguità: fa ridere (soprattutto all’inizio, quando si mettono le carte in tavola: dopo si inceppa un po’), ha un protagonista paradossalmente simpatico e mostra in modo qualunquista che nessuno ha la coscienza pulita; proprio per questo rischia di far passare l’idea che il diritto di scegliere debba precedere il diritto di essere tutelati. Ad Aaron Eckhart vengono benissimo i personaggi sgradevoli che però, con quella faccia da schiaffi disarmante, allo spettatore finiscono per piacere; qui si fagocita quasi tutto (potevano essere sviluppati meglio i due amici lobbisti e il senatore moralista; troppo spazio, invece, al bambino e agli annessi problemi familiari).
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