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Sakebi

Regia di Kiyoshi Kurosawa vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Sakebi

di alan smithee
6 stelle

Kiyoshi Kurosawa e' un regista di talento e molto elegante, un esperto coreografo che riesce a esplorare, visivamente in modo mirabile e quasi sempre affascinante, le paure, i dubbi e gli orrori che si annidano dietro le piu' misteriose personalita'.
Qui l'horror lascia spesso il posto all'indagine poliziesca, che si concentra in un complicatissimo (e talvolta un po' macchinoso) caso di tre omicidi per affogamento in acqua di mare, apparentemente poco assimilabili uno all'altro se non nelle macabre modalita' di svolgimento. Pure due degli assassini vengono trovati, e senza neppure molta difficolta' da parte dell'ombroso detective Yoshioka, che pero' e' sempre piu' clamorosamente convinto di essere personalmente ed inconsapevolmente coinvolto nel primo caso di omicidio, quello di una giovane e bella ragazza in abito rosso trovata affogata in una pozzanghera di acqua marina nella piu' desolata periferia di Tokyo. Nella pozza d'acqua il detective ritrova persino un suo bottone, sul cadavere pullulano le sue impronte digitali, anche se di questo aspetto i colleghi non sospettano troppo, attribuendogli una certa leggerezza ed incuria nella gestione delle prove del reato.
Scopriamo quindi, con un po' di fatica e contorsioni di trama, che lo spirito della ragazza uccisa vaga inquieto nei cieli plumbei di una Tokyo spettrale, scossa da improvvisi movimenti tellurici, ma anche affascinante e misteriosa; vaga svolazzando nei cieli limpidi alla ricerca di tutti coloro che ella scorgeva dalla sporca vetrata della sua squallida prigionia. Mentre infatti la giovane era rinchiusa forzaramente dai genitori in una tetra fatiscente abitazione nei pressi del porto, ella trovava unico conforto guardando da lontano tutti coloro che viaggiavano nel battello che solcava le acque di fronte alla sua prigione per portarli in citta', ognuno a raggiungere la propria meta, il proprio destino, certo comunque migliore del suo, segregata tra quelle mura degradate e sporche per difenderla dalla sua eccentrica personalita'. . Fra questi pendolari figurava pure il nostro detective, che per questo, al pari di alcuni altri inconsapevoli passeggeri, viene spinto dallo spirito a commettere questi terribili omicidi per vendicare i torti subiti dalla giovane donna quando era in vita.
Non tutto appare chiaro e il rischio del pastrocchio narrativo si insinua piu' volte nello spettatore, un po' succube di una sceneggiatura/tranello che non convince mai appieno.
Convince invece molto la regia del nostro Kurosawa, dal taglio sicuro ed elegante che contribuisce in modo fondamentale a rendere il film comunque un esperimento curioso, ambizioso e a tratti pure ammaliante.

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