Regia di Hiroyuki Morita vedi scheda film
La ricompensa del gatto è un film d'animazione giapponese dello Studio Ghibli del 2002, diretto da Hiroyuki Morita con sceneggiatura di Reiko Yoshida.
In Italia il film è stato distribuito nelle sale, solamente nel del 2016 da Lucky Red (tramite la formula "evento").
Sinossi: La maldestra ed impacciata Haru un giorno ritornado dal scuola (è una liceale) salva da morte certa un bel gattino che per tutta risposta la ringrazia parlandole come fosse un essere umano, ovviamente la giovane crede di averlo immaginato. La notte stessa Haru riceve la visita del Re dei Gatti seguito da scorta e sudditi poichè il gattino salvato in precedenza è suo figlio prossimo erede al trono; per Haru inizierà un viaggio fantastico non sempre idilliaco in cui riuscirà a cavarsela e maturare grazie all'aiuto di due stravaganti gatti ed un corvo: Baron, Muta e Toto...
La ricompensa del Gatto possiamo considerarlo quasi uno spin-off de I Sospiri del mio cuore di Yoshifmi Kondo del 1995, poichè ritornano due personaggi secondari molto apprezzati dal pubblico ossia Muta, gatto burbero ma di buon cuore, e l'affascinante e coraggioso Barone Baron.
Prima di procedere con l'analisi è opportuno spendere ancora due parole sul processo produttivo del film; in origine il progetto nasce come cortometraggio commissionato a Miyazaki da un noto parco a tema che volevano un corto con gli amici felini come protagonisti. A questo punto il maestro decide subito di rispolverare i personaggi di Baron e Muta, nel mentre però il parco cancella il progetto con Miyazaki che decide comunque di portare avanti l'opera trasformandola in un lungometraggio e affidando la regia ad un noto collaboratore, l'animatore Hiroyuki Morita.
Il film è una piacevole e divertente avventura fantastica che se pur molto meno profonda ed incisiva rispetto ad alcuni progetti passati e futuri dello Studio, si inserisce degnamente all'interno della filmografia ghibliana.
Morita conosce bene l'anima dello Studio Ghibli e lo si evince chiaramente già dai primi minuti, con il film che vede come protagonisti assoluti una ragazza ed i gatti, quindi eroina e mondo animale: due topos imprescindibili per Miyazaki e company, tuttavia vengono inseriti e contestualizzati in maniera interessante.
Haru è si la protagonista ma almeno inizialmente è lontana anni luce (oltre ad essere impacciata, è una ragazza molto insicura) dalle "classiche" eorine Miyazakiane come Nausica (//www.filmtv.it/film/27987/nausicaa-della-valle-del-vento/recensioni/866250/#rfr:film-27987) oppure San (//www.filmtv.it/film/19799/principessa-mononoke/recensioni/950041/#rfr:film-19799) e solamente nel corso del film riuscirà a prendere piena coscienza di sè e delle sue reali capacità. Allo stesso tempo però mostra dei tratti degni delle eroine sopracitate, ed infatti non esiterà a mettere in repentaglio la sua stessa vita pur di salvare un gattino in procinto di essere investito da un camion.
Morita inoltre si distingue per aver messo in scena diversi ambienti molto intriganti e curati, dalla moderna Tokyo per arrivare ai luoghi fantastici diversi tra loro come "l'ufficio del gatto" (residenza di Baron) una grossa piazza che richiama per geometrie architettoniche e colore alcune capitali dell'est europa e poi il "paese dei gatti" caratterizzato da un sontuoso castello la cui corte assomiglia alle fortezze mediavali con banchetti, giullari e dame di compagnia.
Lo stile grafico pur essendo leggermente più spigoloso e grezzo rispetto ai capolavori Ghibli è caratterizzato da una serie di tavolozze disegnate rigorosamente a mano con matite e pastelli, creando un'atmosfera sognate estremamente piacevole.
La ricompensa del gatto si distingue anche per una buona dose di comicità a tratti slapstick e vivace (la scena del labirinto) oppure ardente ed estremamente divertente grazie ai vari battibecchi tra il corvo Toto ed il gatto Muta, coppia comica di notevole impatto.
Come già accennato in precedenza da un punto di vista narrativo il film non è trai più memorabili dello Studio con un plot abbastanza linerae (causa anche la breve durata, 75 minuti) ma il racconto fantastco di formazione, orchestrato da Morita risulta sempre godibile, divertente e affascinante in cui si inseriscono anche tematiche importanti per il Ghibli.
Da vedere assolutamente.
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