Regia di Neil LaBute vedi scheda film
[N.B. A chi non abbia ancora visto questo film consiglio di vedere previamente l'originale The Wicker Man (1973) di Robin Hardy e, solo dopo, questo remake di Neil Labute] Ignobile rifacimento di un misconosciuto e bellissimo film inglese del 1973, questo "aggeggio" banalizza le tematiche presenti nell'originale film di Robin Hardy, scritto dal geniale sceneggiatore Anthony Shaffer. Manca totalmente il retroterra puritano che impregnava di sé il poliziotto del film originario e manca quasi del tutto anche la pregnante sensualità che pervadeva il film britannico. Questi difetti vanno ad inficiare un'atmosfera, che non riesce mai ad essere inquietante come quella dell'archetipo, che era ottimamente punteggiato dalla colonna sonora di Paul Giovanni. Qui c'è una generica misoginia (evidenziata dalla struttura ad alveare dell'isola di Summerisle), una musica di hollywoodiana ordinanza, un'interpretazione di una piattezza unica: all'inespressivo Nicolas Cage (al confronto con Edward Woodward - che viene omaggiato nel cognome della piccola Rowan - perde per K.O. alla prima ripresa) si aggiunge una Ellen Burstyn di ottima memoria, ma che non vale un lobo dell'orecchio di Christopher Lee. L'intreccio pseudofamiliare che darebbe origine alla vicenda, poi, è da una parte ridicolo e dall'altra rasenta la mancanza di rispetto nei riguardi dell'archetipo. Ci riconciliano un po' con la vita il finale, nel quale il nipote di Coppola resta incenerito ed i titoli di coda che riportano la dedica del film al compianto Johnny Ramone.
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