Regia di Neil LaBute vedi scheda film
Inizio col botto in senso letterale, ma privo di legami con ciò che segue (se non per il fatto di introdurre una visione ossessiva). Poi ci si trova catapultati in una situazione di oscura minaccia, senza neanche la possibilità di chiamare aiuto con un telefono cellulare privo di campo. L’aria stropicciata e un po’ tonta di Cage è ben funzionale alla storia, anche se qualche volta lo si vorrebbe un po’ più reattivo (è come se tutto procedesse al rallentatore, senza però che la tensione salga: indagini lasciate in sospeso, poi riprese ma mai portate a fondo). Quasi subito si intuisce che le cose non sono quelle che sembrano, ma ci vuole un po’ per capire come stanno effettivamente (un indizio: il titolo italiano vorrà pur dire qualcosa, no?); e a quel punto, nonostante si vada fino in fondo all’orrore evitando la tentazione di un lieto fine, ci si spaventa poco. LaBute continua a fare film interessanti, ma mai del tutto riusciti.
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